lunedì 5 maggio 2014

TO DO_CONTESTO_Griglia Orientata!

..work in progress!

TO DO_CONTESTO_Plastico d'intorno dell'area!



#plasticoworkinprogres1


 

#plasticoworkinprogres2




#plasticofoto1




#plasticofoto2





#plasticofoto3





 #plasticofoto4







#plasticofoto5


 

TO DO_CONTESTO_Partnership al PrOgEttO!

 

Il mio progetto riguarda un CENTRO MULTICULTURALE E FORESTERIA PER GLI STUDENTI ERASMUS.

 
 

 
 
Il progetto Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, nasce nel 1987 per opera della Comunità Europea e sancisce la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università.
[..] Erasmus dà la possibilità a uno studente europeo di studiare in un ateneo straniero o effettuare un tirocinio in un paese dell'Unione per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. È possibile muovere gli studenti anche in alcuni paesi associati all'Unione come Liechtenstein, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia.
[..] I posti vengono messi a concorso attraverso un bando pubblico, in genere nel mese di gennaio, che viene divulgato anche attraverso il sito internet della propria facoltà. Una volta proposta, la candidatura verrà valutata da un'apposita commissione che stilerà le graduatorie entro il mese successivo. Nell'anno seguente lo studente potrà partire nel semestre da lui scelto e potrà così affrontare esami nell'università ospitante facendoseli poi riconoscere anche nell'università del proprio paese dopo un lasso di tempo di circa due mesi. Per gli studenti esclusi dalle graduatorie esiste tuttavia una possibilità di ripescaggio per le destinazioni per le quali nessuno ha fatto richiesta.
Il progetto erasmus comprende una gamma ampia e molto differenziata di attività. Oltre allo scambio di studenti e docenti, è previsto anche lo sviluppo di programmi di studio o di programmi intensivi internazionali. Inoltre, il programma può assumere la forma della Rete tematica.
 
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
 
 
 
PARTNERSHIP #1
 
 
 
Mercoledì 30 Aprile, incontro e intervista in via cesare de Lollis, alla Dott.ssa Renata Scipioni, direttore amministrativo Adisu Roma1 e al Dott. Maurizio Mignè, responsabile borse di studio.
Prima dell'intervista, ho illustrato alcuni schizzi e idee del mio progetto, ho spiegato il programma di mixitè, ed ho  descritto l'area di progetto.
 
 
M: Cosa ne pensa del progetto?
 
Dott.ssa R: Il progetto da come lo hai descritto secondo noi è ottimo, e se fosse possibile realizzarlo in futuro sarebbe veramente una cosa molto buona per gli Erasmus, sia per coloro che vengono in Italia e sia per i nostri studenti che vanno negli altri paesi. Gli studenti che transitano attraverso Laziodisu e che vanno in Erasmus negli altri paesi trovano le accoglienze adeguate, devo dire che invece noi qui queste accoglienze non le abbiamo ovvero noi abbiamo delle residenze che diamo agli studenti meritevoli e privi di mezzi che però ad esempio l’adisuroma 1 uno non riesce a coprire il numero delle richieste perché sono di meno rispetto al numero così significativo, anche se l’adisuroma1 che è collegata alla Sapienza, quindi l’università più grande d’Europa e poi anche altre università come accademie, conservatori..ecc. Quindi l'idea di poter realizzare un centro per gli studenti Erasmus è assolutamente ottima, se poi a questo centro vogliamo abbinare oltre alla permanenza, quindi non creare soltanto un dormitorio e creare quindi delle situazioni per le quali gli studenti possano trovare un ristorante, dedicarsi a varie arti tipo la cucina, la danza, la musica secondo me sarebbe l'ideale anche di altre culture. Perché purtroppo ad esempio le nostre residenze sono dei veri e propri dormitori, cioè gli studenti escono la mattina tornano la sera per dormire e poi basta perché la maggior parte del tempo è all'università.
 
M: Secondo voi può funzionare in quest'area, al Villaggio Olimpico?
Dott.ssa R: Può funzionare benissimo perché è ben collegata, è centrale, e poi il fatto che sia anche una zona tranquilla e non vivace è una componente funzionale per lo studio.
 
M: La mia intenzione sarebbe quella di creare uno spazio al piano primo per gli alloggi e al piano terra per tutte le altre funzioni, lei cosa ne pensa? E gli ingressi separati?
Dott.ssa R: Secondo la nostra esperienza è utile e anche necessario avere un ingresso separato e soprattutto distinguere i due piani, piano terra alloggi studenti e piano primo altre attività, perché gli studenti Erasmus devono avere dei loro ambienti per cui la separazione va benissimo, e anche dare la possibilità anche ad altri studenti della facoltà di architettura e non solo, di poter utilizzare questa struttura per cui la separazione è giusta.
 
M: Il mio programma prevede l'inserimento di corsi di cucina, lingua, musica, danza multiculturale, cosa ne pensa? Crede che siano importanti per gli studenti Erasmus?
Dott.ssa R: Assolutamente si, perché il senso è proprio questo cioè, l'erasmus va a sostenere gli esami in un altro paese, ed è praticamente perfetto se noi a questo ci abbiniamo una socializzazione a vasto campo.
 
M: economica e borse di studio far pagare i corsi?
Dott.ssa R: I corsi a quanto ho capito sono una cosa a parte rispetto chi desidera fare il corso di cucina, di lingua o di musica....o ecc è chiaro che poi il progetto,  dovrà sostenere queste spese anche perché immagino che per il corso di cucina ci sia necessità di uno chef qualificato e quindi è evidente che dovrebbe essere una cosa economicamente distaccata.
 
M: E quindi se fosse davvero un progetto realizzato quale sarebbe il vostro rientro economico?
Dott.ssa R: il nostro rientro economico sarebbero i corsi, perché comunque da parte degli studenti che rientrerebbero nella borsa di studio, con due prerogative che non possono essere scisse, merito e reddito, e poi sempre in accordo con l'università di riferimento non entra nulla.

M: suggerimenti per il progetto?
Dott.ssa R: il progetto mi sembra abbastanza completo e do molta importanza ai corsi di lingua. Il corso di lingua fatto bene potrebbe essere di grande utilità.
 
M: secondo lei sarebbe possibile realizzare più di un progetto e in varie parti sia dell' Italia che d'Europa?
Dott.ssa R: Si si.
PARTNERSHIP #2
 
 
Il Servizio Intercultura gestisce diversi progetti: “Biblioteche in lingua”, servizi multilingue dedicati a stranieri e italiani, adulti e bambini; “L’italiano in biblioteca”, corsi rivolti a tutti i migranti con particolare attenzione a chi ha esigenze linguistiche o socio-culturali specifiche, con esame finale che consente il rilascio del CELI (CErtificato di Lingua Italiana) dell’Università di Perugia; “Storie del mondo”, progetto rivolto alle scuole che coinvolge le classi nella lettura di testi scelti di letteratura africana, araba, latinoamericana, cinese, indiana e di migranti che scrivono in italiano; infine, la gestione del portale Roma Multietnica, la più importante “piazza virtuale”, come la definisce la Sanna, “che unisce le informazioni sulle attività culturali, artistiche e commerciali delle comunità straniere” a Roma.
Martedì 29 Aprile ho contattato telefonicamente la Dott.ssa Gabriella Sanna, sociologa del comune di Roma e  responsabile del Servizio Intercultura delle Biblioteche di Roma. Ho descritto in maniera riassuntiva il progetto e a breve potrò incontrarla per l' intervista.
 
In fine ho fatto qualche domanda anche ad un mio compagno di corso che è studente Erasmus, Carlos Albaladejo, proviene dalla Spagna, Università di Madrid.
Proverò a riassumere un po' la nostra chiacchierata!
Le sue opinioni sul mio progetto sembra siano state buone, ed ha espresso un giudizio positivo sull'idea di programma.
Carlos proviene da un piccolo paese della Spagna, ha avuto difficoltà a trovare un alloggio ed ha dovuto affrontare più di un viaggio a Roma per organizzarsi.
Secondo Carlos è importante conoscere la cultura di altri paesi e non solo del luogo in cui si va in Erasmus, ed è altrettanto importante avere un centro così organizzato a Roma soprattutto come punto di riferimento, per conoscere altri ragazzi Erasmus, per confrontarsi con le loro idee, per studiare più lingue e soprattutto per imparare a cucinare!!

martedì 15 aprile 2014

TO DO_EX TEMPORE

...la trama e il tessuto, frattura e gli spazi inediti, gioco di geometrie, separazione di volumi.
 
 

domenica 6 aprile 2014

#scacchierailprogetto

COMPOSIZIONE DELLA SCACCHIERA: ALLA SCOPERTA DEGLI SPAZI

 
Le parti che compongono la scacchiera sono i blocchi principali del progetto Edgemar Complex di Frank O. Gehry.
Le forme non sono del tutto regolari e questo perché Gehry, come è stato detto nel post precedente, è influenzato da una geometria instabile.
 
 
#preparazionescacchiera
 
 
 
I componenti della mia scacchiera oltre a consentire la formazione del progetto di riferimento e quindi l'originale architettonico, si muovono attraverso strategie ben precise come la frattura, la separazione, il distacco, lo smembramento, la disconnessione al fine di scoprire spazi inediti e quindi '' FESSURE ESPLOSE'' che consistono appunto nel BANG del progetto.
 
 
 
Spazi di vita, incontri, occasioni sociali.
 


 
 

venerdì 4 aprile 2014

#scacchieraworkinprogress

 

 

FRANK O. GEHRY, EDGEMAR COMPLEX, SANTA MONICA 1984-1988

Tranciare, dividere, separare, spezzare.


Frank Owen Gehry è un architetto canadese tra i maggiori interpreti del decostruttivismo. Movimento architettonico in cui viene estrapolata un'architettura "senza geometria" (la geometria euclidea), piani ed assi, con la mancanza di quelle strutture e particolari architettonici, che sono sempre stati visti come parte integrante di quest'arte. Una non architettura, quindi, che si avvolgeva e svolgeva su sé stessa con l'evidenza e la plasticità dei suoi volumi. La sintesi di ciò è una nuova visione dell'ambiente costruito e dello spazio architettonico, dove è il caos, se così si può dire, l'elemento ordinatore. Le opere decostruttiviste sono caratterizzate da una geometria instabile con forme pure e disarticolate e decomposte, costituite da frammenti, volumi deformati, tagli, asimmetrie e un'assenza di canoni estetici tradizionali. I metodi del decostruttivismo sono indirizzati a "decostruire" ciò che è costruito, una destrutturazione delle linee dritte che si inclinano senza una precisa necessità. Siamo davanti a un'architettura dove ordine e disordine convivono.



Edgemar Complex, Santa Monica 


Il progetto, un museo d'arte e un complesso commerciale su due piani, con parcheggi sia al livello stradale che sotterranei, occupa un sito in precedenza adibito a latteria e consiste in varie strutture contraddistinte da un particolare carattere architettonico, alcune prospicienti su Main Street e altre rivolte verso un cortile interno.
I tre elementi a torre sono posizionati in modo da esaltare la visibilità ed attirare potenziali clienti nel cortile centrale.
La sagoma longilinea ed il carattere aperto di questi elementi più alti si interpongono in modo minimo alle viste dell'oceano dalle abitazioni in collina alle spalle del progetto. La facciata originale rivestita d'intonaco, è stata ricostruita e rivestita di rame e mattonelle smaltate color verde. Un'altra nuova aggiunta consiste nella sovrastante torre traforata. Una forma curva, ricoperta di metallo galvanizzato, accanto alla torre contiene negozi e un terrazzo per gli uffici al secondo livello, ospitati in un blocco rivestito di intonaco grigio naturale.
Altre due torri, una strutturata a forma di serra, l'ascensore ingabbiato di rete metallica, riconducono fisicamente alla corte. Una rampa d'accesso per i disabili posta nella corte conduce al museo d'arte e al ristorante sistemati in due strutture a telai di legno della vecchia latteria restaurata.



Pianta piano terra

Pianta piano primo


Dal libro Architettura e Modernità: << [...] l'Edgemar complex è un progetto chiave perché si fonda sull'idea di frattura e sul tranciare, dividere, separare, spezzare e sulla conseguente rivelazione di spazi inediti. [...] L'idea che risolve l'insieme è quella di una fenditura che penetra e scava [...]. >>
 
 
 
 
Quindi crea un percorso-piazza che crea una fenditura che penetra e scava tra i tre edifici. La penetrazione è accompagnato dai materiali, dai volumi, da forme libere astratte. Tutto è usato per formare una creazione tridimensionale dinamica.
Per Gehry allora l'architettura è un bisturi affilato e bifronte che fende e attraversa, trancia e separa, distingue e illumina, incide e spacca con le sue superfici taglienti il centro dei problemi spaziali per moltiplicarne gli aspetti. Attraverso la fessura creata dal taglio, la città non appare più lo sfondo della dinamica architettonica, ma entra in essa. E se il taglio è strumento di decifrazione architettonica, Gehry muove la lama tra forma e materia. Vi passa attraverso, le seziona e le rende espressive, mettendone in luce la vitalità organica.
 
 
 
 
 
Inoltre  la città casa di Gehry è una somma di edifici che mantengono l'interdipendenza non per incollamento e oscuramento delle superfici parietali, ma per trasparenza: l'uno guarda all'altro e ne spia i particolari tramite aperture o maglie, riquadri o filtri attraversati da setti o superfici vetrate.
 
 
 
 
Nell' architettura di Frank O. Gehry ritroviamo:
 
- forza scultorea
 
- senso dello spazio cavo e frastagliato
 
- estetica che guarda all'evolversi turbinoso della società
 
- sperimentazione dei materiali più diversi
 
- contatto con i luoghi in maniera provocatoria e coraggiosa
 
- espressività dirompente, fluida e dinamica

 
 
 
 
 
 
Un' altra ispirazione di Frank Gehry è il cheapscape.
Al decorativismo post-moderno della fine degli anni Settanta, sostituisce l’unica vitalità della società dei consumi che gli appare utile perseguire. Quella dello scarto, del riciclo, del riuso. L'operazione di Ghery è notevolmente audace, praticamente assembla tutti i materiali che si trovano nel back yard per costruire i prospetti su strada. Quindi pannelli metallici ondulati, reti metalliche, asfalto, ecc. diventano parte integrante della rappresentazione frontale della sua architettura. La nuova esperienza estetica comincia con l'ampliamento della casa Gehry, a Santa Monica, del 1978. La casa preesistente non viene ne abbattuta ne ironizzata, ne innestata in dicotomia tra vecchio e nuovo, è un'operazione di assemblaggio, di accatastamento di pezzi; un'estetica rivolta ad assemblare materiali da riutilizzare, senza essere trattati, come lamiere accoppiate a diversi legni e l'uso di rete metallica.
Ghery avvolge la vecchia casa con un fabbricato a forma di "U". Un lato rimane intatto, ma sugli altri scatta la novità.
 
 
 
 
 

 

martedì 4 marzo 2014