martedì 15 aprile 2014

TO DO_EX TEMPORE

...la trama e il tessuto, frattura e gli spazi inediti, gioco di geometrie, separazione di volumi.
 
 

domenica 6 aprile 2014

#scacchierailprogetto

COMPOSIZIONE DELLA SCACCHIERA: ALLA SCOPERTA DEGLI SPAZI

 
Le parti che compongono la scacchiera sono i blocchi principali del progetto Edgemar Complex di Frank O. Gehry.
Le forme non sono del tutto regolari e questo perché Gehry, come è stato detto nel post precedente, è influenzato da una geometria instabile.
 
 
#preparazionescacchiera
 
 
 
I componenti della mia scacchiera oltre a consentire la formazione del progetto di riferimento e quindi l'originale architettonico, si muovono attraverso strategie ben precise come la frattura, la separazione, il distacco, lo smembramento, la disconnessione al fine di scoprire spazi inediti e quindi '' FESSURE ESPLOSE'' che consistono appunto nel BANG del progetto.
 
 
 
Spazi di vita, incontri, occasioni sociali.
 


 
 

venerdì 4 aprile 2014

#scacchieraworkinprogress

 

 

FRANK O. GEHRY, EDGEMAR COMPLEX, SANTA MONICA 1984-1988

Tranciare, dividere, separare, spezzare.


Frank Owen Gehry è un architetto canadese tra i maggiori interpreti del decostruttivismo. Movimento architettonico in cui viene estrapolata un'architettura "senza geometria" (la geometria euclidea), piani ed assi, con la mancanza di quelle strutture e particolari architettonici, che sono sempre stati visti come parte integrante di quest'arte. Una non architettura, quindi, che si avvolgeva e svolgeva su sé stessa con l'evidenza e la plasticità dei suoi volumi. La sintesi di ciò è una nuova visione dell'ambiente costruito e dello spazio architettonico, dove è il caos, se così si può dire, l'elemento ordinatore. Le opere decostruttiviste sono caratterizzate da una geometria instabile con forme pure e disarticolate e decomposte, costituite da frammenti, volumi deformati, tagli, asimmetrie e un'assenza di canoni estetici tradizionali. I metodi del decostruttivismo sono indirizzati a "decostruire" ciò che è costruito, una destrutturazione delle linee dritte che si inclinano senza una precisa necessità. Siamo davanti a un'architettura dove ordine e disordine convivono.



Edgemar Complex, Santa Monica 


Il progetto, un museo d'arte e un complesso commerciale su due piani, con parcheggi sia al livello stradale che sotterranei, occupa un sito in precedenza adibito a latteria e consiste in varie strutture contraddistinte da un particolare carattere architettonico, alcune prospicienti su Main Street e altre rivolte verso un cortile interno.
I tre elementi a torre sono posizionati in modo da esaltare la visibilità ed attirare potenziali clienti nel cortile centrale.
La sagoma longilinea ed il carattere aperto di questi elementi più alti si interpongono in modo minimo alle viste dell'oceano dalle abitazioni in collina alle spalle del progetto. La facciata originale rivestita d'intonaco, è stata ricostruita e rivestita di rame e mattonelle smaltate color verde. Un'altra nuova aggiunta consiste nella sovrastante torre traforata. Una forma curva, ricoperta di metallo galvanizzato, accanto alla torre contiene negozi e un terrazzo per gli uffici al secondo livello, ospitati in un blocco rivestito di intonaco grigio naturale.
Altre due torri, una strutturata a forma di serra, l'ascensore ingabbiato di rete metallica, riconducono fisicamente alla corte. Una rampa d'accesso per i disabili posta nella corte conduce al museo d'arte e al ristorante sistemati in due strutture a telai di legno della vecchia latteria restaurata.



Pianta piano terra

Pianta piano primo


Dal libro Architettura e Modernità: << [...] l'Edgemar complex è un progetto chiave perché si fonda sull'idea di frattura e sul tranciare, dividere, separare, spezzare e sulla conseguente rivelazione di spazi inediti. [...] L'idea che risolve l'insieme è quella di una fenditura che penetra e scava [...]. >>
 
 
 
 
Quindi crea un percorso-piazza che crea una fenditura che penetra e scava tra i tre edifici. La penetrazione è accompagnato dai materiali, dai volumi, da forme libere astratte. Tutto è usato per formare una creazione tridimensionale dinamica.
Per Gehry allora l'architettura è un bisturi affilato e bifronte che fende e attraversa, trancia e separa, distingue e illumina, incide e spacca con le sue superfici taglienti il centro dei problemi spaziali per moltiplicarne gli aspetti. Attraverso la fessura creata dal taglio, la città non appare più lo sfondo della dinamica architettonica, ma entra in essa. E se il taglio è strumento di decifrazione architettonica, Gehry muove la lama tra forma e materia. Vi passa attraverso, le seziona e le rende espressive, mettendone in luce la vitalità organica.
 
 
 
 
 
Inoltre  la città casa di Gehry è una somma di edifici che mantengono l'interdipendenza non per incollamento e oscuramento delle superfici parietali, ma per trasparenza: l'uno guarda all'altro e ne spia i particolari tramite aperture o maglie, riquadri o filtri attraversati da setti o superfici vetrate.
 
 
 
 
Nell' architettura di Frank O. Gehry ritroviamo:
 
- forza scultorea
 
- senso dello spazio cavo e frastagliato
 
- estetica che guarda all'evolversi turbinoso della società
 
- sperimentazione dei materiali più diversi
 
- contatto con i luoghi in maniera provocatoria e coraggiosa
 
- espressività dirompente, fluida e dinamica

 
 
 
 
 
 
Un' altra ispirazione di Frank Gehry è il cheapscape.
Al decorativismo post-moderno della fine degli anni Settanta, sostituisce l’unica vitalità della società dei consumi che gli appare utile perseguire. Quella dello scarto, del riciclo, del riuso. L'operazione di Ghery è notevolmente audace, praticamente assembla tutti i materiali che si trovano nel back yard per costruire i prospetti su strada. Quindi pannelli metallici ondulati, reti metalliche, asfalto, ecc. diventano parte integrante della rappresentazione frontale della sua architettura. La nuova esperienza estetica comincia con l'ampliamento della casa Gehry, a Santa Monica, del 1978. La casa preesistente non viene ne abbattuta ne ironizzata, ne innestata in dicotomia tra vecchio e nuovo, è un'operazione di assemblaggio, di accatastamento di pezzi; un'estetica rivolta ad assemblare materiali da riutilizzare, senza essere trattati, come lamiere accoppiate a diversi legni e l'uso di rete metallica.
Ghery avvolge la vecchia casa con un fabbricato a forma di "U". Un lato rimane intatto, ma sugli altri scatta la novità.